La tecnica della Nuova Poesia

La tecnica della Nuova Poesia

La tecnica della Nuova Poesia, Aprile 1937

Per ringraziare Bruno Corra che nel «Popolo d’Italia» studia mirabilmente le parole in libertà del mio Poema Africano della Divisione 28 Ottobre e per confutare molte critiche credo utile precisare la nostra tecnica poetica.

Dopo avere provocato con PAOLO BUZZI e GIAN PIETRO LUCINI la lotta ed il trionfo del verso libero in Italia, dopo di avere propagandata l’estetica della macchina, cioè la macchina adorata e considerata simbolo fonte e maestra della nostra sensibilità artistica, lanciavo nel 1912 il Manifesto tecnico della letteratura futurista.

Scrivevo: «Scartando tutte le definizioni dei professori io vi dichiaro che il lirismo è la facoltà rarissima di inebbriarsi della vita e di inebbriarla  di noi stessi. La facoltà di cambiare in vino l’acqua torbida della vita che ci avvolge e ci attraversa. La facoltà di colorare il mondo coi colori specialissimi del nostro io mutevole Ora supponete che un amico vostro dotato di questa facoltà lirica si trovi in una zona di vita intensa (rivoluzione, guerra, naufragio, terremoto ecc.) e venga, immediatamente dopo, a narrarvi le impressioni avute. Sapete che cosa farà istintivamente questo vostro amico lirico e commosso?

Egli comincerà col distruggere brutalmente la sintassi nel parlare. Non perderà tempo a costruire i periodi. S’infischierà della punteggiatura e dell’aggettivazione. Disprezzerà cesellature e sfumature di linguaggio, e in fretta vi getterà affannosamente nei nervi le sue sensazioni visive, auditive, olfattive, secondo la loro corrente incalzante. L’irruenza del vapore-emozione farà saltare il tubo del periodo le valvole della punteggiatura e i bulloni regolari dell’aggettivazione. Manate di parole essenziali senza alcun ordine convenzionale. Unica preoccupazione del narratore rendere tutte le vibrazioni del suo io. Se questo narratore avrà inoltre una mente popolata di idee generali, involontariamente allaccerà le sue sensazioni con l’universo intero conosciuto o intuito da lui. E per dare il valore esatto e le proporzioni della vita che ha vissuta lancerà immense reti di analogie sul mondo. Egli darà così il fondo analogico della vita, telegraficamente, cioè con la stessa economia verbale che il telegrafo

impone ai corrispondenti di guerra».

Sono nate così le parole in libertà che spaccano in due nettamente la storia del pensiero e della poesia umana, da Omero all’ultimo fiato lirico della terra. Prima di noi paroliberi, gli uomini hanno sempre cantato come Omero, con la successione narrativa e il catalogo logico di fatti immagini idee.

Tra i versi di Omero e quelli di Gabriele d’Annunzio non esiste differenza sostanziale.

Le nostre tavole parolibere, invece, ci distinguono finalmente da Omero, poiché non contengono più la successione narrativa ma la poliespressione simultanea del mondo.

Le parole in libertà sono un nuovo modo di vedere l’universo, una valutazione essenziale dell’universo come somma di forze in moto che s’intersecano al traguardo cosciente del nostro io creatore e vengono simultaneamente notate con tutti i mezzi espressivi che sono a nostra disposizione.

Abbiamo ora tre tipi di paro liberismo.

1) TAVOLE PAROLIBERE.

Sono tavole sinottiche di poesia o paesaggi di parole suggestive. E’ questa la forma più tipica e decorativa e per questa ragione ne pubblichiamo alcuni esemplari.

2) PAROLE IN LIBERTA’

Le caratteristiche tecniche sono state dettate da me nel 1912; e sono: a) distruzione della sintassi. b) distruzione della punteggiatura. c) uso di spazi bianchi per indicare le pause. d) immaginazione senza fili. e) ridare al sostantivo il suo valore tipico e totalitario. f) uso del verbo all’infinito per adattarlo a tutta la rete delle sensazioni e analogie. g) uso delle onomatopee rumorismi e segni matematici. h) uso di caratteri tipografici e colori tipografici diversi. Aggettivo-atmosfera. i) uso di parole riplasmate e deformate a scopo rumorista. l) uso di tavole sinottiche.

Le parole in libertà hanno conquistato i nostri maggiori scrittori che nella poesia e nella prosa ne hanno fatto grandissimo uso spesso camuffandole con una falsa punteggiatura.

Tipiche sono rimaste alcune pagine del Notturno di Gabriele d’Annunzio dove, secondo la dichiarazione di molti critici e tra questi il Lipparini, il poeta ha saputo trovare effetti simili al notissimo vampe vampe vampe della mia battaglia di Adrianopoli.

Gabriele d’Annunzio stesso recentemente riconosceva l’origine futurista delle sue parole in libertà quando, nel suo Libro segreto, in gran parte parolibero, scriveva: «Comprendo come taluno artista abbia incominciato col sovvertire le leggi grammaticali e specie quelle del costrutto, che impongono alle parole una dipendenza conseguenza e convenienza fittizie».

3) PAROLE IN LIBERTA’ DI AERO POESIA.

La tecnica di questa espressione sintetica della vita aerea è stata precisata da me in un manifesto. Tra di esse domina l’accordo simultaneo. L’accordo simultaneo inventato da me è un seguito di corte verbalizzazioni essenziali sintetiche di stati d’animo diversi, parole in libertà che senza punteggiatura, verbi all’infinito, aggettivi-atmosfera e forte contrasto di tempi di verbi raggiungono il massimo dinamismo polifonico aviatorio pur rimanendo comprensibili e declamabili.


F.T.Marinetti della Reale Accademia d’Italia, La tecnica della Nuova Poesia, estratto da la “Rassegna Nazionale” Aprile 1937-XV