Emilio Buccafusca

Buccafusca Emilio

Emilio Buccafusca nacque a Casalnuovo di Napoli il 6 febbraio del 1913.
Trascorsi i primi anni dell’adolescenza tra Casalnuovo e Napoli, Emilio Buccafusca si trasferì definitivamente in città per iscriversi alla facoltà di medicina, conseguendo nel 1937 la laurea in chirurgia ortopedica. In gioventù dedicò molto del suo tempo alla pratica sportiva, con particolare
predilezione per l’alpinismo, lo sci e l’aviazione.

Prima di scoprire il Futurismo, Buccafusca era già poeta e pittore autodidatta, ma senza riscuotere successo nel mondo culturale napoletano, fino al 1931 quando incontrerà F.T. Marinetti che ne comprese le originali potenzialità seguendo con attenzione e assiduità gli sviluppi della sua polimorfa attività creativa. Col tempo, nacque tra i due una cordiale amicizia (testimoniata da numerose lettere di corrispondenza) che andò ben aldilà dei rispettivi ruoli nell’ambito del movimento. Infatti, quando Marinetti, nel 1942, deciderà di partecipare da volontario alla “guerra mussoliniana”, così come aveva chiesto ad altri futuristi, avrà a lungo al suo fianco proprio Buccafusca, che in quelle drammatiche giornate trovò la forza per una nuova accensione della sua creatività come testimoniano le sue Poesie dal Fronte Russo.

Agli inizi degli anni ’30, Buccafusca incominciò ad avvicinarsi al movimento futurista napoletano dei “Circumvisionisti”, fondato da Carlo Cocchia e Guglielmo Peirce, insieme ad altri importanti esponenti del movimento come: Vittorio Piscopo, Guglielmo Roehrssen, Alessandro Pio Coen e Stefano Falk. La vasta attività creativa ed artistica di Emilio Buccafusca spaziò dalla pittura alla poesia, dalla fotografia alla sperimentazione radiofonica, dal giornalismo fino alla gastronomia, ispirando, addirittura, negli ultimi anni della sua vita, la creazione di un dolce chiamato “sospriro d’angelo”. Nella pittura e nella poesia, Buccafusca si avvicinò all’Aeropittura, declinazione pittorica del futurismo, come espressione del mito della macchina, del dinamismo e in particolare del volo dell’aeroplano.

Sempre ricorrenti nelle sue “tavole parolibere” sentimenti estremi come: impeto, coraggio temerario, ebbrezza, felicità, in una tumultuosa atmosfera di pericolo e di eroismo. Particolarmente innovative, a testimonianza della profonda creatività di Buccafusca, furono, nel 1936, i suoi Saggi di cinepoesia che il quotidiano Il Mattino annunciò: “ Buccafusca, poeta futurista, reciterà poesie cinematografate e proiettate sullo schermo: questa nuova forma di poesia futurista si annuncia audace, originale e interessante”. Nel 1934, Emilio Buccafusca, divenne collaboratore di una delle più importanti riviste del movimento futurista italiano, chiamata “Stile Futurista” (diretta da Fillìa e da Enrico Prampolini), pubblicando numerosi articoli e inchieste sul tema dell’arte sacra futurista e sull’aeropittura. Inoltre fu precursore dei primi programmi radiofonici nella città di Napoli come “Real Radio Culla” e “Radiocommedia del G.U.F. di Napoli”.

Dopo il conseguimento della laurea in medicina nel 1937 Buccafusca iniziò una sempre più apprezzata e intensa attività di chirurgo ortopedico che lo porterà ad ottenere diversi riconoscimenti mondiali e a trascorrere più o meno lunghi periodi a Bologna, negli Stati Uniti e a Stoccolma, in Svezia, dove si guadagnò la stima del grande medico Herbert Olivecrona. Al suo ritorno a Napoli divenne primario e docente di ortopedia al Policlinico, senza mai abbandonare la sua passione per la poesia e la pittura. Morì a Napoli nel 1990.